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Ricordo della consacrazione della chiesa parrocchiale avvenuta nel settembre del 1891

Nel settembre 1891, il patriarca Paolo Angelo Ballerini consacrò la nostra chiesa parrocchiale delegato da monsignor Luigi Nazari di Calabiana (arcivescovo della diocesi di Milano di quel tempo) come testimoniato da una pergamena conservata negli archivi parrocchiali.

Sulla pergamena – secondo una libera traduzione redatta da don Carlo Giussani (nostro parroco dal 1954 al 1994) – è presente il seguente testo: «Angelo Ballerini, per grazia di Dio e della Sede Apostolica, Patriarca titolare della santa Chiesa di Alessandria di Egitto e assistente al Soglio: a tutte e singole le Chiese che vedranno queste nostre lettere facciamo fede e attestiamo che il 7 del mese di settembre dell'anno 1891, dodicesimo del pontificato di S.S. Leone XIII, osservate tutte le cerimonie, antifone, salmi, orazioni, aspersioni e unzioni e quanto prescritte dal "Ordo romano" abbiamo dedicato e consacrato la chiesa parrocchiale e l'altare maggiore di Albese, pieve di Incino, a onore di Dio Onnipotente e al nome e alla memoria di santa Margherita vergine e martire. Nel sepolcro del medesimo altare abbiamo racchiuso le reliquie dei SS. martiri Alessandro, Bonifacio e Onorato. Ai singoli fedeli che oggi visiteranno, un anno, e nel giorno dell'anniversario della consacrazione, che sarà sempre la IV domenica di settembre, 40 giorni di vera indulgenza nella forma consueta della Chiesa.
Infine, celebrata la Messa del giorno della Consacrazione, siamo partiti in pace.
In fede di tutto, abbiamo curato di spedire le nostre lettere scritte di nostra mano e munite del nostro sigillo in cera rossa spagnola. Dato ad Albese, dalla casa
parrocchiale, il giorno, mese e anno sopra indicati.
† Angelo Ballerini,»

Di seguito, riportiamo la cronaca dei festeggiamenti, stilata da don Chiarino Motta (nella foto), nostro parroco dal 1888 al 1894.

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Feste grandiose celebrate nei giorni 6-7-8 settembre 1891

Per accondiscendere al desiderio della popolazione, il parroco sottoscritto aderì a che si celebrassero feste solenni e caldeggiò l'idea attesa la circostanza del primo centenario della chiesa ricorrente precisamente nel 1891.

I giorni scelti furono il 6, 7 e 8 settembre, domenica, lunedì, martedì. Lo slancio con cui si prestò la popolazione fu davvero mirabile. Gli archi trionfali, parte ad Albese e parte a Cassano, furono 17, più un obelisco sorgente da scogli artificialmente posti e sormontati da una statua rappresentante san Michele Arcangelo. I tempietti, i festoni furono non meno di sei e dalla strada provinciale si rizzarono pali a sostegno delle sandaline [NdR: nell’uso milanese, drappo appeso a mo’ di festone] 80 dei quali furono inverniciati a colori bianco e rosso; e poichè erano doni delle nobili case Greppi e Bassi restarono proprietà della chiesa.
Oltre le prestazioni manuali, la popolazione corrispose con una offerta che diede circa Lire 1.880. È da comprendersi in tale somma una giornata di filanda e una offerta dal sig. Gavazzi proprietario della filanda stessa.

Con tali mezzi la fabbriceria d'accordo con il parroco incaricarono un iProvano Antonio di Monza di costruire un padiglione davanti alla chiesa, che riuscì veramente bello, sostenuto da pali imbiancati a colori, uno zoccolo apposito e cime lavorate. La spesa totale fu di Lire 600 restando il tutto a proprietà della fabbriceria. Si pensò anche alla inargentatura dei candeglieri, busti, croce ecc. Il parroco poi volle che invece delle due piccole lampade sostenute da un bracciale, si ponessero alle lesene dell'altare maggiore due catenoni sostenenti 3 lampade ciascuna.

Le feste si svolsero nell'ordine seguente.

Previo assenso di S.E. l’arcivescovo monsignor Calabiana, fu invitato l'eccelentissimo patriarca Ballerini. Al sabato partirono da Albese (in due landau [NdR: carrozza signorile a quattro ruote] uno del nob. don Antonio Greppi, l'altro di un vetturale d'Albese) il parroco, uno dei coadiutori, un fabbricere e un signore. Da Seregno si parti per Albese col patriarca e con un suo servo arrivando alle ore 6,30 precise. Il monsignore fu ricevuto davanti ad un tempietto fatto all'uopo. A riceverlo si trovavano 4 sacerdoti e un [chierico] ostiario della Metropolitana [di Milano], più una folla di popolo colla confraternita e la banda musicale di Erba. Accompagnato alla chiesa, i cantori del paese – istruiti pazientemente dal coadiutore Boghi don Carlo – intonarono l'Ecce Sacerdos. Il parroco di Montorfano impartì col Venerabile la benedizione alla quale assistette il patriarca, dopo di che si accompagnò alla casa parrocchiale.

Alla domenica il Patriarca celebrò la messa letta alle ore 8,30.Per le 9,30 incominciò la Cresima. I cresimandi erano 294 compresi un 50 di altri paesi.
A mezzo si pranzò presenti, oltre il parroco e i due coadiutori, anche il cappellano di Figino Serenza Longhi don Antonio e un vice rettore di Gorla e il Parroco di Montorfano.

Alle 3,30 monsignore impartì la solenne benedizione col Venerabile, dopo di che, arrivato il cerimoniere della Metropolitana, Magistretti don Marco, si cominciò a spogliar la chiesa disponendola per la consacrazione.

A lunedì di buona ora si cominciò la celebrazione della santa Messa. Alle 6 celebrò mons. all'oratorio, e alle 7 intraprese la cerimonia. Erano presenti, oltre al cerimoniere e all'ostiario, il canonico della Metropolitana Rusca don Abramo, i rev. Parroci di Alserio, Casiglio, Orsenigo, Montorfano, S. Teodoro di Cantù, i rev. coadiutori di Villa, di Parzano, di Tassera, il Longhi di Figino Serenza, li Frigerio e il Marelli di Cantù. La funzione terminò circa a mezzogiorno. La Messa fu cantata dal rev. parroco di Montorfano Bolgeri don Tobia.

Al martedì il patriarca celebrò la messa letta alle 7,30 facendo una santa comunione generale. Alle 10 tutti si appararono solennemente in casa parrocchiale progredendo alla chiesa accompagnati da una banda di Cantù. Il clero era composto dal rev. proposto di S. Eustorgio di Milano (che fa il celebrante) da Cucciago di Cantù, dai parroci di Buccinigo, Casiglio, Tavernerio, Montorfano, Carcano, Intimiano, S. Teodoro e S. Michele di Cantù, dai sacerdoti che intervennero alla consacrazione.

Il rev. parroco di Villa non presenziò alla festa perché ammalato. Al Vangelo della Messa, accompagnata da musica del paese, come sopra, tenne un breve discorso l'arciprete di Barlassina Meroni don Angelo nativo di Albese.

Al pranzo intervennero, oltre i fabbriceri e l'organista, anche i nobili signori Greppi don Antonio e don Carlo Bassi e il prof. Pontiggia.

Alle 3 si suonò il terzo e, intuonate le litanie della Madonna, si diede principio alla processione, portando il simulacro della B.V. Il percorso si estese
da Albese a Cassano passando, al ritorno, dai giardini delle nobili case Greppi e Bassi che gentilmente annuirono. La processione, riuscita splendida, per concorso di popolo, durò circa un'ora e mezzo. Rientrati in chiesa mons. impartì la benedizione col Venerabile.

Alla sera ci furono fuochi d'artificio davanti alla casa parrocchiale e tutto fini verso la 10 col massimo ordine.

Laus Deo
Don Motta Chiarino Parroco

Fonti: Bollettino parrocchiale de settenbre 1985 e Bollettino parrocchiale de settenbre 1991, redatti da don Carlo Giussani.

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