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La ”madunìna“ e la sua custode

Albese con Cassano, aprile 2012

La madunina di Albese

Come in molti altri paesi della Brianza, anche ad Albese con Cassano la devozione mariana popolare è ancora molto diffusa: una delle testimonianze più caratteristiche di questo affidamento a Maria è la Madunìna, piccola grotta di Lourdes che chi percorre la vecchia provinciale per Como, provenendo da Erba, può notare sulla destra della strada, poco prima della piazza della chiesa, all’incrocio con la via Ida Parravicini.

Nonostante il luogo sia ben noto agli albesini, le informazioni storiche e popolari scarseggiano. Per tentare di saperne di più abbiamo incontrato la custode Nives Tonello.

Ines Tonello, custode della Madunina di Albese

«Sono originaria di Cividale del Friuli – ci racconta Nives – e dopo il matrimonio, nei primi anni ‘50, mi sono trasferita ad Albese per un po' di tempo. Già in quei primi anni davo una mano nella cura della Madunina. Poi, dopo aver abitato per 18 anni in Val D’Intelvi, nel 1978, con il mio ritorno ad Albese, ho iniziato ad affiancare la precedente custode, Giuseppina Molteni che, alla sua morte, mi ha affidato questo incarico.”

“Quotidianamente accendo i lumini, mi preoccupo di tenere la grotta pulita e in ordine, di abbellirla con i fiori e periodicamente pulisco i vetri della cancellata. In ricorrenze particolari, come le processioni, apro il cancelletto perché l’interno sia ben visibile a tutti.”

Quest’anno per la prima volta la Madunina è stata inserita nel percorso della Via Crucis itinerante dello scorso 30 marzo, mentre per la sua posizione, sulla strada, non può essere inserita fra i luoghi dove nel mese di maggio la parrocchia propone la preghiera serale del S. Rosario.

La gente ne è molto affezionata, e lo manifesta in maniera semplice e senza clamore: «Diverse persone si fermano per una preghiera e mi lasciano, sul davanzale della finestra di casa, dei lumini o delle offerte per acquistarli.»

Nives lancia anche un piccolo appello: «La statua della Madonna avrebbe bisogno di una rinfrescata: spero che si faccia avanti qualche volontario, abile nel restauro e nel dipingere».

La Madunina è di proprietà della famiglia Meroni, sul cui terreno era stata edificata: «Purtroppo non conosciamo la data precisa della sua costruzione - ci spiega Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. E' necessario abilitare JavaScript per vederlo., discendente della famiglia - Da mia madre, Tina Meroni, so che fu realizzata dal mosaicista Battista Trezzi, padre di Giuseppe “Pepp”, quindi potremmo indicativamente datarla fra la fine del 1800 e l’inizio del 1900. Non saprei neanche dire se esiste un motivo preciso, magari una “grazia ricevuta”, per il quale fu costruita. Anzi mi piacerebbe entrare in contatto con qualcuno che avesse delle informazioni precise in merito, per poter ricostruire questo pezzo di storia della mia famiglia».

Cosimo Schirò

 

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