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Scola: "Includere e non escludere”

Milano, 30 gennaio 2016

In vista della visita dell'arcivescovo a Erba il prossimo 6 febbraio, pubblichiamo un estratto del suo dialogo con il giornalista Ganni Riotta, organizzato presso l'Istituto dei ciechi di Milano, in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti.

Una festa musulmana da celebrare nelle scuole milanesi

La proposta non viene dall'imam di una moschea, ma dall'arcivescovo Angelo Scola. E non era una battuta, ma la conclusione di un ragionamento che partiva dal "meticciato" - tanto caro al cardinale - e arrivava alla presenza di «almeno un 20 per cento di alunni stranieri nelle nostre classi».

Quindi non si rinunci al presepe perché ci sono gli islamici a scuola, ma si accolgano anche le loro specificità. «Una società plurale deve essere il più possibile inclusiva, ma non può rinunciare al simbolo se no perde forza comunicativa - ha spiegato Scola - Critico la laicità alla francese: non è pensabile creare uno spazio di neutralità, in cui tutti facciano un passo indietro sul tema delle religioni. Piuttosto, ciascuno si narri e si lasci narrare. Se aumentano i bambini musulmani, bisogna prendere qualcuna delle loro feste ed inserirle nella dimensione pubblica: spiegare, non vietare».

«Se la società rinuncia ai simboli volontariamente o per sbaglio perché costretta dall'autoritarismo, perde qualcosa. Una società plurale deve essere il più possibile inclusiva. Ci sono tanti bambini musulmani? Non bisogna rinunciare alle nostre feste o al presepe ma magari si potrebbe inserirne una loro nel calendario scolastico. Il diritto ad avere un luogo di culto è sacrosanto dove c'è libertà di religione. Ma è sacrosanto anche chiedersi da chi arriva la richiesta, cosa vuole farne di questo luogo, come esso si inserirebbe nel tessuto urbano. I simboli, se ben interpretati e fatto salvo l'elemento sicurezza, dovrebbero favorire il dialogo interreligioso e quindi rappresentare l’elemento fondamentale per una vita buona. Il cambiamento ti dà un pugno allo stomaco, ma bisogna reagire rendendo dinamica la propria identità.»

Il cardinale ha quindi ribadito il suo sì alla costruzione di una moschea cittadina, purché «sia rispettosa delle forme e presenze architettoniche già presenti in città" e trasparente nelle modalità comunicative, nella gestione, nelle gerarchie interne e nei collegamenti esterni. Sui profughi, poi, una proposta forte: "In Europa serve un Piano Mashall per fronteggiare l'accoglienza, come ho letto nelle affermazioni del ministro delle finanze tedesco Schäuble».

Inevitabile anche il riferimento al Family day di Roma, che il cardinale negli scorsi giorni aveva definito "positivo". Ha invitato il governo a «tenere conto di quello che la società civile chiede con una presenza in piazza legittima e doverosa». Plauso dunque ai cattolici che manifestano per «proporre la propria visione delle cose su questioni tanto delicate che possono comportare conseguenze antropologiche e sociali molto gravi», ha detto riferendosi al ddl Cirinnà.

 

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